
dietro una porta spezzata
appiattito contro di essa
ascolto il senso del vuoto
e ricordo che volevano
uniformarmi all’immagine di se stessi
intendendo fare di me una galera di carne
in cui abitasse un unico recluso
con impercepite galassie imponibili intorno
volevano
baciarmi di precisione
ma i baci non sono dolci
quando puzzano di banalità
e la precisione è un concetto
che apre le porte alla morte
disintegrato
è bello morire
di una bella morte
è bello morire nella forma
seppellire la grammatica delle esperienze
e sostanzialmente indifferente
ungere estremamente il desiderio
piangendo la voglia d’esser altrove
sulla meraviglia dei vermi
formidabili pulitori delle radici
disintegrato
poi lascio morire
anche la voglia di morire
ma ciò richiede molto rigore
ed io credo d’esser troppo anarchico
per aver bisogno di coltivare
autentiche interiori follie
o esigere chiarezze armoniose
mi piace quando venite dai sogni
invece quando provenite dalla realtà
siete come ombre di tristi uccelli
con lunghe magrezze di curiosità
ed arraffamenti connessi ...
così ho preso tutti i miei limiti
ne ho fatto un mucchio
e mi ci sono seduto sopra
adesso
guardo l’orizzonte sereno
e non chiedo altro
o poco
o altro
