domenica 27 luglio 2008

51 - scacchistica cannibale (l'ultima mossa)

partita filosofico-carnale
dove i contendenti
ad ogni presa
si scambieranno un morso...



come fai a mangiare l’agnello
e a non provarne vergogna ?



“ma se già mi ripugna nel profondo
l’idea di addentare un braccio umano
figuriamoci la coscia di un porco
o l’ala di un pollo...”



sul tuo volto di sapone
scivolano le mie distrazioni
come bianconere schiere di pedoni
striati d’un oro pallido
a protezione dell’altissima torre
da dove con un semplice ago
posso forare più strati di sogno
grazie alla forza (data dal dissidio
tra forma e sostanza)
racchiusa nella mia anima
separata a lungo dalla legnosa carne

la follia m’assale (tutto passerà)
dentro ogni singola ruga
erodendomi in espressioni che tu
con disgusto definisci : “di supremazia”
ma... sono il Re Anarchico
e riesco a dar movimento
all'immobilità dei tuoi piccoli tormenti
sfruttando l'arte scacchistica
di specchi a riflettere specchi
e giocando con le persone
come se si trattasse di pedine
o semplici forme di carta stagnola

come fai a mangiare il maialino
e a non provarne vergogna ?


la loro insensibilità
rafforza ogni mia posizione
(pensare è sterminare)
riconnettendomi all’universo
da un particolare punto d’osservazione
potrei sembrare il peggiore
in questo perimetro di neri alfieri
tra le acque agitate del Nulla
che instancabilmente s’insinuano
con onde felici ed infelici
a poco a poco nella mente

come fai a mangiare il coniglietto
e a non provarne vergogna ?


creatura mai sveglia,così disattenta
seduta fra di noi - con apparente distacco
prepari in realtà i tuoi noti inganni
sacrificando un pezzo
per prenderne sempre poi due
vero...
potrei anche sembrare il peggiore
per tanta volontà di difesa
ma...
se solo tu entrassi
attraverso un diversivo d’interrogativi
nel mio istinto infantile
e vivessi e respirassi
come fa una lucciola nella notte
del mio pugno chiuso
dove custodisco l’arte di sognare
..allora ogni tuo senso
saprebbe sciogliersi
in un sorriso senza fine
e poseresti la mannaia



mercoledì 16 luglio 2008

50 - l'Amore mi veniva incontro


tendevo ad un perfezionismo da idiota
nel mentre del disumano decorso
d’un mio quotidiano picco metafisico
non sapevo sorridere e proprio
mentre l’Amore mi veniva incontro
tenendo le mie foto in mano
( ero cieco,preciso,esitante
caratterizzato da una forte volontà
di temperamentale inesistenza,privo di anima
in accurata modalità esteriore)
ah... tenendo le mie foto in mano...
quel sorriso,gli occhi egizi
l’innocente pelle sfumata di sensualità
se solo avessi saputo cogliere l’attimo
e ritrovarmi capace di dirle
in quei pochi divini secondi :
“sei la cosa più bella che io abbia mai visto”
avrei esagerato,certo,mentito
avrei voluto baciarla subito
e portarla in un dove ipotetico
motivando un equilibrio intellettivo
che forse ho solo nei sogni
avrei preteso voler dare a me stesso
una lezione su che cosa siano
l’amore e l’istinto,inaspettato,oggi
davanti alla cabina delle foto da 3 euro
lottando col seggiolino regolabile
non dimostravo un’intelligenza brillante
incapace d’ingentilirmi
posseduto da sensazioni aliene
mentre l’Amore mi veniva incontro
tenendo le mie foto in mano
non sfioravo la vita nemmeno
con la punta delle unghie
non potevo saperlo,che ripensandoci dopo
mi sarei sentito come un appunto
a margine di un foglio pieno di bellezza
pretendendo da me (credo per disperazione)
da me che non amo neanche con la fantasia
un’insolita cura dell’aspetto formale
proprio come se non fosse accaduto nulla
nemmeno dopo aver attraversato
il cuore di un’esplosione nucleare
proprio come se non fossi mai stato sveglio
tendevo al perfezionismo,sapendo bene
che mai mi sarebbe appartenuto
perchè sono così bestiale e sognante
nel mio ordinatissimo caos
da non desiderare altro

sabato 5 luglio 2008

49 - cristallizzazione cannibale (il primo morso)


dodici arpie intorno alla tavola
digrignando i denti,pregano strette :

“Avvicinatevi, e mangiate;
prendete il corpo di Cristo:
gustate e vedete
quanto è buono il Signore.”


il mio unico nutrimento è l’amore
anche se con assurdo rigore scientifico
impedisco a me stesso di pensarti
mentre il fuoco della rinuncia
mi consuma,mi sublima,mi disperde

non avere scrupoli :
avvicinati alla mia storia e mangiami
(non dire : il culo) – anche se
confutare è un’arte così occidentale
teorizzo estasiato ed autoptico
la cannibalesca visione di un me
immerso fino al collo
nei detriti viventi della società
ma pirico esteta felice
per quel pò di materia alchemica
che ne rimane fuori
ed ancora affascinato
dalla soffice nebbia dei sogni
(sconclusionato romanzo / l’esistenza
il vuoto prima e dopo l’amare)
mi dico,sì... l’esistenza
la cui formula è talmente ovvia
da ingenerare una continua
fuorviante diffusione di pagine e piaghe
a calare sui volti marmorizzati
dal terrore della maturità
degli esseri che “credono”
parecchi gradini più in sotto
(...ma davvero parecchi)

come fai a mangiare l’agnello
e a non provarne vergogna ?