domenica 21 dicembre 2008

55 - ladro di mele

tu non eri
un frutto della primavera
eri LA PRIMAVERA stessa
per come ti lasciavi
prendere e respirare
e per come
grondavi eterne metafore
di perdite e ritrovamenti
sui miei occhi
spalancati all’insù
scivolavi leggera di pleiadi
sprovvista di arti ed inganni
tra i fitti rami
del melo mitomane
con appena al di sopra
delle vene del sé
impresse le nostre iniziali
da calienti stelle precipitate
a caratteri d’oro e sangue
sulla similmente rettile corteccia
dei miei più bassi appetiti
così
rinnovando la leggenda
ti rubai per mangiarti
e poi vomitare