lunedì 3 novembre 2008

54 - metafisico dispetto (ich will)


lui vomitò una teoria di formiche
io gli esposi un formichiere
alla fine da dietro le nuvole
spuntò pure il sole

vorrei esser fatto d’aria

flash...
la vecchia jeep che sobbalza sulla pietraia
la polvere,i cactus – ich will !
sovrapposizioni di paesaggi azzurri
poesia di mezzaluna e monoliti
una danza delle origini,scaturigine
di mondi immaginati e desiderati
presto inghiottiti dall’ansia del ritorno

c’è un doppio senso mentale prevalente
anche nel luogo più privo di senso
o feroci potenzialità espansive
la mia pelle si fa di licheni
e digressive parole musicali
chi sono ? muschio seccato dal sole
convinto di sapermi riconoscere
all’apparire nell’ovale dello specchio
con una nebbolina oppiacea a definirmi
ricercando un qualcosa,incessantemente
avendo nascondigli interiori
per contrabbandare anfore
colme di vermicelli del dubbio
oltre i confini del sé e la polizia

ehi...
ma l’hai studiato un piano
per essere felici ?

felici dentro,nel vero,incorporei
privi di un codice esistenziale comune
prototipi di una profonda fusione
fra uomo e natura - semidei
puntando alle altezze più vergini
(intuendo le basi dei nostri avi,ancora
non sfiorate dalle meccaniche del finto)
alle costellazioni psichiche più rarefatte
dove il tempo accelera ed impazzisce
dopo aver respinto ogni nostra volontà
e detto : ”voi siete solo il mio incubo”

quello che rimane
dopo vari stati di sonno profondo
si sente sotto la lingua
collegata direttamente al cervello
e slegata dalla percezione ordinaria
del sapore “non sono questo”

rimangono le cazzate
e le spine di un fico d’india
conficcate in un palmo di coscienza
l’ambivalenza prospettica della modernità
in opposizione alla bellezza di ieri

ICH WILL ! pallottola umana
sparata attraverso la bocca del Nulla
centrifugato dagli errori passati
ora mi chiamo Tempo Perso
e non c’è personalità a rappresentarmi
nè individualità a spronarmi
verso qualche assurdo paradiso

amo la Turchia,ad esempio...