venerdì 30 novembre 2007

33 - l‘enigma dianoetico della luce oscura


"noi" non siamo
solo quello che diventeremo
ma negligenti animaletti
pieni di "potrei" e "vorrei"
per brevi tratti di giovinezza
storditi da smanie di suicidio
ma poi sempre capaci
di togliere forza,avvelenandolo
al braccio che vorrebbe schiacciarci
"noi" seguiamo l’Ordine
e siamo Ordine

il pozzo profondo del tempo che passa
inghiotte una ad una le mie ansie
come sassolini precipitati giù
mentre intorno al suo cono girevole
volteggiano schiere di neteru
intenti ad afferrare con l’aguzzo becco
di bianche lune sovrapposte
ogni singola particella vivente
dei pensieri semplificanti
(ma non per questo semplici)
in provenienza dalla purezza mentale
di chi segue l'Ordine
ed è Ordine

(le parole sono vestiti
...ed io : non ne ho.)

i miei desideri si rincorrono
in un labirinto di altissimi allori
e lì si perdono – senza saperlo
nel disordine / potrei essere un altro
anche solo per oggi ?

chiarore - buio
quintali d’asfalto e languire
di melodie troppo lontane
per impedirmi di compiere
un passo,uno soltanto e poi via
come un sassolino precipitato giù
nel tortuoso mistero del “dopo”
ancora un passo
ed il suolo svanisce
mentre la vita passando in fretta
gesticola frasi sconosciute...

uomini ricoperti di grigio mestiere
contornano col gessetto
la mia sagoma a terra – precisa
mentre ancora batto i denti
per la paura di vivere
o per il fatto di essere nudo
e su di me cala una luce oscura
- non c’è differenza
- non c’è alcun ordine
vorrei potermi guardare da lontano
senza chiedermi niente

martedì 27 novembre 2007

lei è la stessa della foto di sotto - Zemfira***

bellezza selvaggia ,quasi androgina
sguardo di poesia malinconica
nel quale mi riconosco appieno
e dal quale mi lascio ammaliare
fino a cadere in uno stato ipnotico
dal quale non mi vorrei svegliare più

ya derzhu tebya za ruku i vsyo rasplyvaetsya.
uspokoy menya zanovo. mne uzhasno nravitsya,
kak ty vyglyadish' v etoy nelepoy shapochke
predlagayu ne pryatat' i uzh tochno ne pryatat'sya.
esli verit' kinoshnikam, my zagruzheny v matritsu.
fonari zazhigayutsya. ya derzhu tebya za ruku.
sluchayno padali zvyozdy
v moi pustye karmany
i ostavlyali nadezhdy
moi koleni zamyorzli
ty byl schastlivyy i p'yanyy
i chto-to vazhnoe mezhdu
ya derzhu tebya za ruku, chtoby vdrug ne pokhitili
v pereulkakh skryvayutsya na "volgakh" vrediteli
telefonnye budki - v nikh sogreemsya, mozhet byt'
eta grustnaya saga nikogda ne zakonchitsya
mne ne nado i nado, ty moe odinochestvo
ya ne dramatiziruyu, ya derzhu tebya za ruku
sluchayno padali zvyozdy
v moi pustye karmany
i ostavlyali nadezhdy
moi koleni zamyorzli
ty byl schastlivyy i p'yanyy
i chto-to vazhnoe mezhdu
narochno padali zvyozdy
v moi pustye karmany
i ostavlyali nadezhdy
moi koleni zamyorzli
ty byl schastlivyy i p'yanyy
i chto-to vazhnoe mezhdu

I'm clasping your hand and everything's melting
Calm me down again. I like so much
Your look in that clumsy hat
I propose not to hide, and surely not to hide ourselves
If believing movies, then we're all loaded into the matrix
Streetlights are turning on. Im clasping your hand
Stars falling, not on purpose
In my empty pockets
And they were leaving hopes
My knees are cold
You were so happy and drunk
And something important in between
I'm clasping your hand, in case someone suddenly kidnapps you
In the alleys the mean guys disappear in their Volgas
Telephone booths, we could warm up there, maybe
This sad saga will never end
I need it and not, you're my lonelyness
I'm not dramatizing, i'm clasping your hand
Stars falling, not on purpose
In my empty pockets
And they were leaving hopes
My knees are cold
You were so happy and drunk
And something important in between
On purpose stars were falling
In my empty pockets
And they were leaving hopes
My knees are cold
You were so happy and drunk
And something important in between

domenica 25 novembre 2007

32 - l’amore nel tempo degli specchi


all’Amore che non so più
anonima sorgente della bellezza
devastante,selvaggia,orientale
irrazionale eruzione verso percorsi
di assoluta unità – io m’inchino

nella densa oscurità
che lastrica il mio cuore
non so più pensarci e non ci penso
eppure mi sciolgo d’incanto
a riempire fogli dorati
di strani simboli atlantidei
e numeri evocativi senza fine
stanco di fuggire – mi fermo

all’Amore,piovra d’invisibili flutti
che ha il suo tempio
nei luoghi dove spazio e caso
smettono di convergere
nel fiume grosso dell’esistenza
come una mummia,paralizzata
dalle bende del tempo – mi arrendo


giovedì 22 novembre 2007

31 - l'esploratore acatalettico


“ terra ! terra ! ”
i marinai,gli uccelli,il sestante
complicati passaggi attraverso il tempo
sognando l’oro,circumnavigando
un bisogno naturale d’esplorazione
contumacia d’apprensione
di nodo in nodo e di vela in vela
desiderio di solitudine,largeur di cuore
fissando luci di giornata,pazientare
con un sorriso strano – né dolce,né amaro
l’approssimarsi d’un contatto
all’estremità della magica lente
una terra,delle sagome
l’empirica certezza di nuove rapine
alla ricca estensione di spazio
per la quale si è partiti
tra cappelli lanciati in aria
e cannonate geometriche

“le ricchezze del vaticano sono inestimabili”
un sorriso di scirocco demoniaco
“la fame nel mondo è stimabile”
l’ascolto permanente
di chi tranquillamente sa,equoreo
e non odia,non grida,non si esibisce
non agita pugni e coraggio
contro i prepotenti della terra
preferendovi il fatalismo
di una zattera che si disfa
di nodo in nodo,ad infinitum
affondando nella tensione dell’anima
già tradotta in sconforto
proprio mentre all’orizzonte
appaiono nuove terre

Visto da qui non sembra neanche poi quella gran cosa
a volte non direi nemmeno che e’ la mia casa
impercettibile si muove e si distingue appena
non vedo come possa imprigionare tanta vita

qui non c'e’ rumore, solo pace non c'e’ distrazione
e vedo allontanarsi sempre piu’ la tentazione
di continuare a credere che possa ritornare
passando in un secondo dal mio cielo al vostro mare

tu non rispondere non mi fai credere piu’ a niente
tu che hai pensato davvero di esistere portami
giu’ se ci riesci riprendera’ a vivere come vuoi tu
che hai potuto soltanto resistere

il mondo visto dallo spazio e’ solo un'illusione
un punto poco fermo in preda alla sua rotazione
e’ il sogno di un illuso che non si e’ piu’ risvegliato
e noi fantasmi non crediamo che al nostro passato

tu non puoi credere che io mi fermi qui, soltanto
tu che mantieni distanze e quei limiti (cosi’ vicini)
qui non rimane piu’ niente da chiedere, non sento
piu’ quelle frasi che devo risolvere

la vita vista dallo spazio perde ogni ragione
e’ il pianto di un bambino solo senza protezione
e’ scudo alzato a riparare i colpi del destino
ma scendera’ piu’ giu’ per controllare da vicino

mercoledì 21 novembre 2007

30 - paradiso personale


Gnostiche finestre spalancate
sull’odore della piazza deserta
nella chiara notte stellata
dei miei sogni-rapinatori
col volto celato da ombre lunari

tu dici : immigrato
tu dici : clandestino
tu dici : extracomunitario

ed ecco che un uomo
diventa una categoria
(qualche stella sbiadisce)
e presto gli si avvicinano
i lupi dell'odio per sbranarlo
(qualche finestra si chiude,piano)
poi altri lupi travestiti da agnelli
per dargli solidarietà,cibo,pietà
e dei due branchi
onestamente non so dire
quale sia il meno pericoloso
(addento uno spicchio di luna
e ne esce del sugo giallastro)

tu dici : comunista
tu dici : berlusconi
tu dici : scienziato

stesso ritornello di sopra
(faccio brillare i canini
e levo il mio ululato al mondo)

poi dico : PARADISO
e chiudo la porta

domenica 18 novembre 2007

29 - io penso (discutere è un’ossessione necrofila)


com’è strano
sentire il ritorno dell’eco
quando si grida in una bara
consapevoli d’esser ancora vivi
(ma lo si è mai veramente ?
o perlomeno : sufficientemente,
eh?) – in fondo
non importa che io cammini
per giorni e giorni e giorni
fino a far sanguinare i piedi
felice e in salute
come un calabrone
su un fiore di cardo
mentre gelidi razzi dal cuore umano
sfrecciando via a mach-7
squarciano la profondità del cielo
per poi finire rottamati
nella galassia del :
= non si pensa ciò che non é =

ciò che è – di sicuro è il mare
e da lassù si vede ancor meglio
la sua rotonda forza
di possenti pulsazioni d’azzurro
e sotto la coltre delle onde
nel deserto interminabile
dei suoi misteriosi fondali
schiacciato da una massa immensa
io vago come un verme degli abissi
sibilando tenui fosforescenze
tipo: “ciò che può venir pensato,
deve sicuramente essere una finzione"

non che non sia felice
non che adesso salti in bici
e me ne vada a zonzo
per quanto mi pare e piace
miserabile-lento,sì,ma... LIBERO !

non che per questo tolga la “s”
a perma,angue,udore
o cambi il finale,no,ci vedo benissimo

“Ogni volta che nella mia anima
sorge un'immagine di perfezione,
di assoluta bellezza, di assoluta purezza...
per forza di cose sorge anche il suo opposto.”


mai avuto bisogno di specchi
mai applicato lenti alle mie percezioni
mai chiesto agli sconosciuti
nomi di luoghi altrettanto sconosciuti
o spiegazioni a chi va via veloce
sul perchè di tale sciocca frenesia



«Tutti mi dicono
che ho sbagliato
ma non mi va di rispondere
a gente che fra poco,
cent’anni al massimo,

sarà morta;
discutere è un’ossessione necrofila».
(W. Siti)

giovedì 15 novembre 2007

28 - la stanza,un’allucinazione siderale,le stelle


quando mi affaccio timidamente
dal foro della mia stanza
vedo una miriade di ombre
riverse sulle pozze miasmatiche
del proprio bisogno
di poter darsi un senso umano
e non televisivo

ma è un’allucinazione

sopra le cose,contemplo
la quieta laguna delle stelle
e con un tremito mi ricordo
quant’era bello profanare
le tombe scavate nella roccia
scoprendoci dentro attraverso un foro
me nella mia stanza

ma è un’allucinazione

quando mi affaccio
sono aria sul muso,un soffio
a dissolvere le pareti
e strane vibrazioni di ragno
a misurare la distanza da me a me
e poi da me – ancora a me

ma è un’allucinazione

ondeggiano i sottili fili
in questo presente
di figure appese e danzanti
non c'è luce che filtri, qui
dove il folle bisogno d’un centro
mi costringe ad evocare
un mare di mille riflessi
per la flotta delle mie fantasie

ma è un’allucinazione

strappavo l’edera dal ciliegio
in quel tempo chiamato ieri
santo come la mia scala
ero uccello e bosco
evocazione e pura bestia di diamanti
separavo le gocce
dalla mia fronte
spalle al muro
per non vedere i mostri nelle fenditure
poi ecco ...che già volavo
come nudo,senza sbattere le ali

ma è un’allucinazione

quando mi affaccio
sono come te,perchè tale divento
è l’aria ad unirci,lo senti ?

mi rovescio addosso frasi
come fossero farina di dio
è il vento a portarci,lo senti ?

accovacciato in un foro
agghindato,arredato,indotto
a giudicare l’esterno dall’interno
timidamente mi affaccio
ed è solo il pudore a trattenermi
dallo spiccare il volo,non volo
e non volano le parole nel vento
che da me le porta a me
e poi da me – ancora a me

ma quando riesci a vedermi
è già troppo tardi,allora
mi espando da questo foro
nel buio della mia incoscienza
e mi trasformo in un degenerato
tenuto stretto da catene volanti
e divento il silenzio strano
delle cose pensate e mai dette
che vorrei ora
aver tatuate sul cuore

mercoledì 14 novembre 2007

27 - io così audacemente io


Sei così dolce
quando parli con me
e mi dici di come puoi vedere
tutto ciò che riesci ad immaginare
dolce,dolce,dolce

"ma CHI E' che vede ?"

io stesso,allungo il passo
varco la soglia,mi trasformo in Alice
passando da Siddartha
ed entro e dialogo
coi miei amici spettri,io stesso
sollevo gli occhi alla luce
per giocare coi suoi contorni
con l’intensità del mio stupore

"ma CHI E' io stesso ?"

è essenziale che la mente abbia pace ?
è necessario un certo ordine ?
ha davvero senso
stabilire che cosa sia possibile
e che cosa invece no ?

"nessuno mi può giudicare,nemmeno tu..."
smascherare l’inganno,ecco
capire chi è che ci spia
e perchè - ?

che senso può avere
che si offra un milione di dollari
a chi sia in grado
di dimostrare in laboratorio
un solo fenomeno paranormale ?

non sappiamo nemmeno CHI siamo
e perchè siamo – perchè - ?

"Quando il profondo significato delle cose
non viene compreso
la pace essenziale della mente
è disturbata senza alcun vantaggio."


io stesso,allargo le ali
(unica stella) m'illumino,essendo DIO***
creo,mi prodigo,mi spengo
e non controllo
la periferia della periferia

"ma CHI E' dio ?"

sono io,sono io,sono io
che posso vedere
tutto ciò che riesco ad immaginare
e sollevandomi da un foglio sulla scrivania
fluttuare leggero nella stanza
eppure ciò non è contemplato
da alcuna enciclopedia
sono io,sono io,sono io
che non approfondisco
potendomelo permettere
essendo DIO - io,io,io
devoto senza impegno
pesante,sì,ma senza gravità
sempre curioso di sospiri e dolcezza
vago in ciò che confonde e ne godo
io che sogno
io che credo
io che poi - straccio tutto
e rido dei cimiteri

lunedì 12 novembre 2007

26 - oi dialogoi (disconoscendo l'anima)

Attraverso le cose visibili e temporali
si manifestano quelle che sono invisibili ed eterne




parlami,toccami
mentre stringo alcuni sassolini in pugno
e nella mia mente so esattamente
allineare e comporre un universo
- parlami,toccami dentro
un universo nel mio pugno
parlami,di sassolini satelliti
che respiro ed inglobo

"Non riconoscendo che non c'è collegamento
fra nome e significato,
coloro che vagano nel gergo interminabile
si sfiniscono completamente."

parlami,lotta
rallenta il tempo
spalanca le pagine casuali
di ciò che si dice destino
ferma il tempo per me
(parlami in silenzio,punzecchiami)
la tua voce è acqua,speculando
scivola sulla mia pelle
trasparente,rallenta il tempo
scintillante rabbrividimento
- parlami,lotta dentro di me
inventati altre mani
prendi le stelle,ferma
col tuo astrolabio d’amore
ferma il tempo per me

"Non riconoscendo che non c'è collegamento
fra nome e significato,
coloro che vagano nel gergo interminabile
si sfiniscono completamente."

so questo ed altro
annuso le cose che non vedo
prima che s’eclissino
vivo e muoio da dio
più e più volte al giorno
e so che non c'è elemento
che si possa dominare,ma
stringo un universo intero
di sassolini nel mio pugno
pianeti immisurabili,frammenti
di mongolfiere spaziali svuotate
un intero universo d’utopie
da assecondare e respirare
inglobandomi in esso
col muso duro di un poeta
fuori dalla rotta degli angeli

domenica 11 novembre 2007

25 - questo presente di guizzi imprevedibili

“La natura è una sfera infinita,
il cui centro sta dappertutto
e la cui circonferenza in nessun luogo”
( Blaise Pascal )



l’ombra del mio passato
non si stacca,quando io mi stacco
dal bisogno di sentirmi protetto
da un pantano di provenienza
rospo nel ventre della terra
realizzo poesie d’acqua e loto
teorizzando estasiato
la sepoltura dell’umanità-idiota

l’ombra del mio passato
contorna di perspicuità artistica
il giudizio su questo presente
di giovani demoni guizzanti

un giorno dissi : “non voglio più vedervi”
poi con molta calma,dimostrando
un acuto senso delle correlazioni
di dinamico e statico,di fiamma e di sangue
di chiaro e di scuro,di morto e di vivo
di intensivo ed estensivo,di reale e non reale
di concetti grammaticali e geometrici
e infine di norma e suo superamento
con movimento circolare d’artista
cancellai gli occhi da uomo
da questa faccia e divenni anfibio

anche il genio
proietta la sua ombra silenziosa
sulle mie notti d’amore
gracchiate dal centro dello stagno
come oscura lumaca itinerante
contro le pareti della semantica
che lungo il percorso ovula
quelle piccole statuine verbali
che poi la monumentale idiozia umana
renderà imprevedibilmente vive
ed istintivamente belligeranti

l’ombra del mio passato
evoca un migrare di rospi
che in questo presente
di giovani lune cambianti
urlano nomi e prospettive
direttamente nella percezione del domani
prima di venir schiacciati
dagli zoccoli furenti del progresso

indifferenti,altri,distanti
i variopinti pesci-filosofi
in fondo al loro buio Mare
dormono nuotando,da sempre
"chissà che cosa sognano?"

sabato 10 novembre 2007

24 - la ragazza con la pistola

(breve racconto sulla morbidezza dell’anima)



“Un pò di zucchero?”
“Grazie”,dissi protendendo la tazzina
e allora lei versò quasi mezza
zuccheriera a forma di tartaruga
nel mio thé.Sorrisi.
“Alla maniera beduina...”
“Giusto.”
M’attraversò un sogno di barbabietole
poi un vortice odoroso
che sapeva di miele e girasoli.
Stavamo lì in un angolo del bar
seduti uno di fronte all’altra
nella scenografia d’una grande vetrata
al di là della quale
persone in grigio nell’inverno
si muovevano da spettri,lievi
come se stessero evitando
impercettibili serpenti ghiacciati;
il silenzio ci ammobiliava
mentre rigiravo il cucchiaino dorato
facendo tintinnare la cristalleria;
se ne sentiva il vento.
“Mmhhhhh... che buono!”
Lei sembrava appena uscita
da un romanzo di gitani,intatta
dopo aver rubato o accoltellato
e per me osservarla così
era un tornare ai tempi dell’infanzia
riscoprire la perduta innocenza
di un punto di vista bambino;
lei fingeva di guardare fuori,in realtà
osservava il riflesso del mio profilo
in quella metafisica vetrata
tanto che ne sentivo i pensieri
e ne intuivo i desideri
poi fece un brusco movimento laterale
e dalla sua borsetta navajo
qualcosa di freddo e pesante
cadde sull’ocra delle piastrelle
“Eh?” stupii...
era un grosso revolver d’acciaio
che cozzando al suolo
lasciò partire un colpo
gelando i presenti,fermando l’attimo
interrompendone le voci e i gesti;
dalla grande vetrata,tanti urli di Munch
affacciavano dentro incombenti;
sorridemmo entrambi chinati
in quel rallentamento del tempo
i nostri occhi s’illuminarono
le nostre mani si sfiorarono
le nostre menti s’avvicinarono
tanto da incollarsi
e in un attimo di estrema sospensione
capimmo in un sospiro liberatorio
quanto la razza umana
fosse vicina alla parola “Fine”.

venerdì 9 novembre 2007

23 - estinzione e distinzione


“ In fondo la vita è in se stessa una grande insonnia
e c'è un lucido risveglio brusco
in tutto quello che pensiamo e facciamo.
Ogni cosa che è stata nostra,
seppur solo per accidente di convivenza o di visione,
appunto perchè è stata nostra diventa noi stessi. “



“ sorgi e distruggili ! “
volevo sussurrare: “impiccatevi”
che io posso tutto
mentre vi ammonticchiate
nella vostra lenta marcizione
mentre piove,mentre la notte
ammanta col suo inchiostro vischioso
la tremula luce televisiva
al di là di orribili finestre
il sole non ha mai smesso di splendere
è così facile da visualizzare
è così semplice da concepire

[ i grandi ideali dell’umanità ...
solo avariati avanzi di colossali disillusioni ]

estinzione,estinzione,estinzione
mentre variopinti ometti mansueti
fanno a gara per decretare il Dio “migliore”
ed ometti un pò più feroci
bombardano altri ometti
un pò meno attrezzati
quello stesso Signore dei Missili
s’aggira con occhio furbo
(è monoculare – del resto...)
con un barile di petrolio in una mano
e una saetta nell’altra (la destra)

estinzione,estinzione,estinzione
mentre Unica Stella *
io resisto,esisto e persisto
altri ometti dalle candide vesti
in mostruosi laboratori
studiano nuove forme di virus
moderni scettri molecolari
coi quali proclamare
una superiorità da conigli
sopra un popolo di tacchini

estinzione,estinzione,estinzione
che la distruzione avanza
che IL SOLE NON SMETTE DI SPLENDERE
sulle masse impazzite
spazzando via ogni recinto
che la tua mente vorrebbe porre
sulle praterie del Vero
per preservare una specie malata
e mentre percorre ogni senso comune
i suoi implacabili raggi
vanno oltre l'intelligenza
ed oltre l'amore,di più
li sferzano entrambi come cavalli
costretti in un fatale galloppo
illuminando la pena infinita
di quei microbici (presunti) individui
rinchiusi nelle proprie tane-paure
insetti della commiserazione
esseri troppo complicati e stupidi
per abbandonarsi alle magiche correnti
che da sempre attraversano
i pascoli dello Spazio e del Tempo
e ad esse offrirsi
come la vita si offre alla vita
così come io amo offrirmi all'odore dei pini
in certe calde giornate
mentre gli "altri" (ognuno a modo proprio)
preferiscono guardare dritta negli occhi
l a - R e a l t à –
e se ne fanno ipnotizzare
paralizzati topolini davanti al cobra
così come adoro leggermi dentro
in equilibrio su una gamba sola
sopra lo sgabello traballante
dell’incertezza salvifica del domani
così mentre il SOLE splende
tante idee,tanti brividi,tante spade
a luccicare sui balconi ingordi
di orizzonti sempre più vasti
da poterlo vedere affogare nel mare
all’ora del tramonto – il SOLE

io > al centro dello specchio
armato di gladioli – mi estinguo

mercoledì 7 novembre 2007

22 - il mio nome è : Fulmine dell'Inconscio


i mieli colano dall’albero dei sogni
e confluiscono in rivoli scalpitanti
sulle piatte superfici secche
di una scabrosa esistenza ordinaria

non la mia,non la mia
che sogno ad occhi aperti o chiusi
vivendo intere generazioni parallele
ai demoni annoiati del convenzionale
e mi faccio silenzio – nel cuore

non quella di un me tremante
parassita consapevolmente drogato
al cospetto della Meraviglia Naturale
che intreccia rami d’intelligenza
ascendendo al fantastico,da sempre

allora faccio silenzio nella mia testa
e mi lascio andare ai cieli fatali
onirici pesci ed uccelli fantastici
accompagnano il mio salire
in alto,chiazze di rosa e granata
colorate maschere perforate
dai rovi dell’intelligenza
arbusti,steli,frasche
grovigli di stupenda botanica
che scanso con le filosofiche ali
mentre salgo,mentre mi salvo

da quando E’ il mondo
s’espandono gli armatissimi cespugli
del vischio universale
nel mio grasso sognare
e la venefica edera arremba
la pancia del bene,del male
e di tutto ciò che conosco
dalla dolce foglia di canapa
alla quintessenza dell’assenzio
comprese le piccole bestioline
divoratrici delle ombre
dal verme alla balena,il mio nome è
Fulmine dell’Inconscio

l’Uomo che non è un Nome
si tormenterà nell’incompiutezza
fino all’ultimo dei suoi giorni
se non avrà trovato in se stesso
la formula della trasmutazione
per formarsi in sensibile fiamma

il mio nome è Raggio di Sole
il mio nome è Cosmico Falco
il mio nome è Goccia del Mare











"La natura fa dell'uomo
semplicemente un essere di natura;
la società ne fa un essere
che agisce secondo date leggi;
egli può diventare un essere libero
solo per forza propria."
(Rudolf Steiner)

lunedì 5 novembre 2007

21 - due enigmatiche stanze attigue


in una il mare carezza la spiaggia
sotto il palpitare stranito del globo lunare
nell’altra me ne sto nudo
coi lampioni della saggezza negli occhi

attigue di onde feroci
che prendono a morsi il Tempo
ed incrostano le chiglie dello Spazio

in una sembro morta cosa
putrido amante dei falsi arrivi
nell’altra splendo magnifico
illuminando gli angoli più nascosti

in una sorrido alla mia lucifera dea
mentre la sua angoscia mi carezza
nell’altra sfido a sguardi un ghepardo
estasiato da tanta perfezione geopsichica

nell’una sono diretto
come sasso inghiottito dal lago
nell’altra schiaccio i frutti dell’assenza
ricavandone poche perle solari

nell’una abbraccio il dio Toth
nell’altra pugnalo alle spalle me stesso
nell’una mi segno all’avvoltoio
nell’altra fiorisco al cielo
nell’una sono dentro di me
nell’altra non ho riferimenti

in pochissimi istanti
consumo tutto di me e rido
prima di staccare la maschera dal volto
e capire che tale non era
sforzando finta indifferenza

così taglio l’edera dai miei piedi,libero
impugno una lancia ed esco
percorro pochi passi nel corridoio
busso,mi apro e lo specchio mi secca
lo specchio non ha fine,cattivo
colpisco l’altro nel petto
e la lancia penetra nella mia schiena

“ è così che si muore ? “

domenica 4 novembre 2007

20 – ricostruzione d’un sogno (coi tempi del sogno)

" Mediante l'Amore, ho raggiunto un luogo
ove ogni traccia d'amore è scomparsa,
ove il ''me e te'' ed ogni esistenza
sono stati obliati ed abbandonati."




Il sogno
è uno stato modificato della coscienza
nel quale oltre al sognatore
un altro può entrare ?

la "porta" è simbolo d’invito
ad attraversare nuove fasi percettive
delle immagini,dei solidi,dei ricordi
dei suoni,delle sensazioni
della lentezza del fiume
che scorre in direzione “sud”
rischiarato dalle tre pallide stelle
d’un inconscio collettivo in espansione
? ? ?

le parole cadono leggere
come le gialle foglie d’autunno
e possiamo camminarci sopra
accorciando la distanza,abbandonati
nel molle riverbero della sincerità
- non so se ti conosco,ma
se chiedo è perchè non so
se chiedo è perchè spero
che qualcuno possa aiutarmi,tu
o la splendente dea del sogno
(se per intuito o conoscenza,poco importa)
a formulare meglio certe domande
ovvero:
qualcuno che adori espellersi
da una visione ordinaria
dei sogni,del tempo,della vita
e pattinare liberamente
sul ghiaccio fascinoso dei tanti
altri modi del percepire

un arco di pietra
e la voglia di arrampicarmici sopra
e cavalcarlo verso destini
nella scomposizione del tempo,di sotto
splendida tra i fili d’erba
la colorata serpe del ritorno
dice che nessun "sotto" è possibile
mentre si fa carezzare la liscia pelle
da un bimbetto biondo

c'è un portone massiccio sullo sfondo
ma Tu puoi entrare
in questo mio sogno ?

puoi smaterializzarti in segatura cosmica
e lasciarti portar via dal vento
e confonderti in ogni sfumatura del quadro ?

la sfinge sorridente
non ti farà alcuna domanda
mentre io ti chiedo solo :

SENTI ? senti qualcosa ?


sabato 3 novembre 2007

19 – uebermensch (passo a passo)


Via,via !!! Via,
il più lontano possibile
dalla puzza insopportabile delle città
brulicanti di macchine sanguinarie

ho bisogno della magica interezza
di un silenzio reale,di respirare
e lasciarmi portare,delicato
come un fiocco di neve
sul dorso di una mano calda
che da un lato ne decreta la fine
ma dall’altro lo riconsegna al tutto

ho bisogno di respirare
ogni singolo nucleo d’ossigeno
dell’irrazionale che sgorga
dalle ricche fonti del caos

ho bisogno di dormire sotto le stelle
ed ancora in riva al mare,sentir pulsare
il mio istinto dionisiaco
e lasciarmi cullare dall’esistenza

ho bisogno di tendere l’arco
e scagliare ad occhi chiusi
una freccia tra le nuvole,deglutire
e poi sentire il tonfo
del corpo di un dio precipitato
che esanime si schianti al suolo

ho bisogno di sapere nichilista
ogni slancio più sincero del mio cuore
e cancellare dalla mia pelle
il sporco delle tradizioni morali

le automobili,le ciminiere,i gabbiani
tutte note di una sola melodia
i pettirossi,le lumache,i treni
ho bisogno di silenzio
il vento,le navi,la folla
ho bisogno di consolazione
anch’io - egizio uebermensch

venerdì 2 novembre 2007

18 - l'ingannoscopio


La mia immagine si fa incerta
quasi non riconosco più il volto
distorto dai pixel,spettrale
ed ecco che lo specchio
diventano tutti i temi e tutte le frasi
di tutti i blog - persone invisibili
che si tramutano in impulsi elettrici
rapide scie di pensiero
luminosità disegnata nell’aria
ed io stesso un rinnovato insieme
di piccole fosforescenze intermittenti
e tu in un momento
di breve spazio tra due tasti
maldestro prototipo demoniaco
d'un modello conoscitivo
che si specchia in un non-specchio
così difficile da smentire
e far coesistere in "quelli come noi"
con altri modelli telepatici
più o meno empirici
più o meno predisposti
allo svenimento della coscienza

SENTI ? senti qualcosa ?

adesso ipotizzo,grazie
per le pagine ed il tempo
per tutte queste parole,grazie
ed ancora grazie
ma non fermiamoci qui

adesso vorrei tentare
un linguaggio semplice e rigoroso :

data la bipartizione dello spazio
che ci circonda in un campo visuale
davanti ai nostri occhi
e un campo invisibile
tra due ipotetici specchi
si definisce il primo
come uno schermo d'inganni
e il secondo come un vuoto
che è la vera sostanza dell'universo

ecco...
io gradirei venirne inghiottito